I cento anni del Monello di Charlie Chaplin

Nell’era del progresso e della scienza al servizio dell’industria e non di tutta l’umanità, un vagabondo con scarpe deformate e logore, un bastone e baffi scuri come i riccioli mal coperti dalla bombetta scrive storie dalle idee progressiste in chiave comica, ironica, brillante. Non tutti lo comprendono. Alcuni lo applaudono. E qualcuno lo critica duramente. In poco tempo si celebra ovunque il suo successo. 

È il 1921, solo cento anni fa: è l’anno dell’isolazionismo statunitense, è quando in Germania Adolf Hitler diventa presidente del Partito Nazionalsocialista dei lavoratori e a Tulsa si compie la strage che vede neri e bianchi perire in atroci e sconsiderati scontri interrazziali. È anche l’anno, però, in cui il cinema vedrà in scena il primo e più bel lungometraggio scritto, diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin: Il Monello (The Kid). 

Capolavoro del cinema muto e di tutta la settima arte, vedere questo film dona ancora oggi al suo pubblico un senso di attuale e profonda umanità. Erano trascorsi appena cinque anni dall’avvento del Vagabondo (The vagabond, 1916), e Chaplin godeva ormai di una fama sensazionale. Tutti iniziavano ad adorare quello squattrinato idealista di Charlot. Ma con Il monello la carriera del regista e dell’attore inglese, nato in condizioni misere e problematiche, ma in ogni caso il più bravo di tutti i tempi, ricevette una pazzesca impennata. 

Tra dramma e gag di puro divertimento, Chaplin fu il primo regista a considerare nel cast dei suoi film bambini attori con grandi capacità artistiche. Fu il caso di Jacki Coogan, il monello, attore già conosciuto in teatro e locali vaudeville e straordinariamente abile nel ruolo affibbiato, anche un po’ spaurito e dall’aria abbandonata.

È trascorso ancora troppo poco tempo dalla fine della Prima Guerra Mondiale e il mondo è scosso, sensibilizzato. Un bambino povero, desideroso di affetto e carico di voglia di vivere è il pretesto per adorare ancora di più un film come quello scritto da Chaplin in uno dei momenti più tragici della sua vita. Chaplin perse il primo figlio a causa di una grave malformazione e si accingeva in quell’anno a divorziare da sua moglie, la bella attrice Mildred Harris.

Nel racconto di questo capolavoro, una giovane donna indigente (Edna) esce dall’istituto di carità in cui ha fatto nascere suo figlio. Non avendo nulla con sé, decide di abbandonare in una lussuosa macchina il fagotto con un biglietto in cui chiede perdono e supporto per crescere il piccolo. La macchina però è presto obiettivo di due furfanti che una volta accortisi del bambino lo abbandonano a loro volta in uno dei quartieri più poveri e malfamati della città. Proprio dove abita Charlot, che lo porta, non senza esitazioni, nella sua umile e fatiscente dimora.

Qui troverà spunti creativi amorevoli per farci ridere e per tirar su quel piccolo fagotto: utilizzare un’amaca per farci la sua culla, una vecchia caffettiera per allattarlo e una sedia ormai sfondata per il vasino. Il monello cresce con amore e il vagabondo può dedicarsi alla sua attività: il ripara vetri. Presto anche il piccolo entra a far parte degli affari di famiglia e con un furbo escamotage, lancia sassate alle finestre per poterle far riparare dal papà che passa subito dopo compiuto il fattaccio.

Ma il caso vuole che una sassata colpisca la finestra della casa di un poliziotto. E questo farà cessare ogni altro vano tentativo di rendere proficua l’attività. Intanto l’ex ragazza madre diventa un’attrice di successo, ma sente ancora forte la mancanza di suo figlio e quel dolore dato dal suo abbandono. Così decide di dedicarsi a opere caritatevoli nei confronti di giovani madri nullatenenti. Al cospetto del monello, incontrato per caso, la giovane donna gli dona un peluche che sarà presto rubato da un altro bambino. Inevitabili il litigio, lo scontro, il ring. Anche tra adulti che prendono rispettivamente le difese dei due contendenti.

L’attrice ferma presto la contesa e il monello febbricitante viene restituito al suo papà. Un dottore chiamato in causa per la salute del piccolo si ritrova involontariamente a essere il tutore del bambino. Così, intervenuta l’autorità per l’infanzia abbandonata che sottrae il bambino per legarlo a un cassone del furgone, nasce una colluttazione tra il funzionario e Charlot che riesce a divincolarsi e raggiungere il suo piccolo monello. Ma i due protagonisti vivranno ancora un’altra dolorosa separazione, l’ultima, perché dopo qualche ora, a seguito di un sogno goffo, amaro ma anche estremamente divertente, tutti potranno ricongiungersi serenamente in una bella ritrovata unione familiare.  

La colonna sonora de Il Monello fu composta da Charlie Chaplin in età già avanzata. Era il 1971, ed erano già trascorsi 50 anni esatti dall’uscita del film: l’autore aveva infatti deciso di tagliare alcune scene che riteneva superate dal tempo, e di dare un respiro musicale più ampio all’opera: compose di suo pugno diciotto distinti movimenti e affidò al suo fedele collaboratore Eric James il compito di trascriverle sul pentagramma.

A orchestrare le musiche e dirigere la sessione di registrazione fu invece chiamato l’arrangiatore e compositore inglese Eric Rogers. La versione rieditata fu registrata in un solo giorno, il 25 ottobre di quell’anno e contribuì a rendere il film un successo straordinario in tutto il paese, dove rimase in cartellone per mesi. La sera del 4 aprile, pochi giorni prima di vedersi tributare un Oscar alla carriera che avrebbe dovuto ripagarlo almeno in parte dell’esilio a cui Hollywood lo aveva costretto, una folla immensa accoglieva Charlot all’entrata del Lincoln Center di New York per una prima della versione del film con la nuova colonna sonora. 

Charlot, The Tramp, è la maschera più bella che sia mai esistita. La sua è la storia di una rivoluzione in capo a un uomo che si ribella contro il consumismo altolocato e borghese e contro la serialità nei processi di lavoro che portano l’operaio alla sua alienazione. I suoi cortometraggi e i suoi film, sebbene siano muti, riescono a raccontarci il valore dell’amore che trapunta ogni sua storia. 

L’evento

Nel 2021 Il Monello compie cento anni. E l’Associazione Culturale Orchestra Italiana del Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura e in collaborazione con Charlie Chaplin TM©Bubbles Incorporated, organizza tre appuntamenti che prevedono la proiezione del film con l’esecuzione dal vivo della colonna sonora originale arrangiata ed eseguita al pianoforte da Maud Nelissen.

Venerdì 10 dicembre, alle ore 21, e Sabato 11 dicembre, in doppia esecuzione alle 16 e alle 21, la pianista olandese che ha lavorato a stretto contatto con l’ultimo arrangiatore delle musiche di Chaplin, Eric James, ed è da sempre dedita all’accompagnamento musicale per film muti, suonerà dunque l’intera partitura de Il Monello, in sincrono con le immagini, su un palco di eccezione: quello del rinnovato Teatro Parioli di Roma

Info e prenotazioni: 06 8084239 – 328 4112014

[Redazione]

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