Tra i più importanti esponenti della corrente neoespressionista, Karen Thomas nasce a Berlino ma vive da oltre vent’anni in Italia, a Roma. Laureatasi alla Facoltà di Letteratura e Filosofia all’Università di Kiel, Thomas diventa professoressa di Pittura e Storia dell’Arte prima a Parigi, a Kiel, a Lubecca e al Museo d’Arte Moderna di Amburgo. Dotata di una autentica personalità e di una eccezionale competenza tecnica è giunta a elaborare un suo stile che la colloca in una posizione unica nel panorama attuale della pittura in Italia e in Europa, tanto da essere definita il Giotto del XXI secolo.
Dal premio per la Pace dell’Unesco del 1997 “Women creators of the two seas, the Balkan and Mediterranean sea” alla mostra del 2015 i Colori della Luce, Colori della Pace, Karen Thomas elabora un percorso artistico e intellettuale che la porta alla elaborazione di un nuovo “Manifesto del ruolo etico dell’Artista“, di cui diviene prima firmataria.

Tra forme sferiche e concentriche dell’irreale e lunghi rettilinei, Thomas riproduce elementi di spazio come tappe di un viaggio, di una incessante ricerca artistica e umana, come ogni artista espressionista del nuovo millennio. Astrazione e manipolazione dell’immagine sono gli elementi chiave del suo raffinato percorso.
Ancorata da oltre vent’anni al tema della luce e delle sue forme, funzionali ed estetiche, l’artista tedesca torna a presentare una nuova personale di opere, realizzate nel 2019, anno molto intenso e dedicato alla ricerca sperimentale. Come tutta l’arte derivata dalla pandemia, dalla paura e dai restringimenti sociali, anche VERSO LA LUCE di Karen Thomas è, come ogni progetto neoespressionista, l’evoluzione di un’inquietudine umana, un processo obbligato e fisiologico fatto di sofferenza che è necessaria per raggiungere quell’oltre agognato.

Il buio, che ci ha perseguitato da quasi due anni, dall’inizio di questa pandemia, viene illuminato, come in una Genesi dalle tele di Karen Thomas attraverso giochi di luci e rifrazioni che fanno sentirci ancora forte il bisogno atavico che conserviamo di luce, come di umanità.
La mostra, che si terrà dal 15 al 22 dicembre presso l’Art Gallery Gregorio VII a Roma, è un vero e proprio inno al luce, intesa come speranza, come il bello e il buono che appartengono alla vita.

Ma non c’è solo pittura in quest’arte maestra. C’è musica. Come spiega la stessa Thomas: «Nelle opere che esporrò predominano le infinite sfumature del giallo, non solo per captare la Luce ma anche per evocare la bellezza della musica, in particolar modo quella di Bach, Beethoven, Mozart e Vivaldi, a cui spesso mi ispiro».
La mostra VERSO LA LUCE di Karen Thomas, a cura di Luigi Rosa, Laura Scribano e Alessia Citti, è un vero e proprio cammino di colori e di forme che si fanno carico della visione di chi le fruisce, e cambiano a seconda dello stato d’animo con cui si parte e dell’umore che scateneranno poi in ognuno di noi.
Come altri importanti esponesti del neoralismo, Julian Schnabel con i famosi plate painting, Georg Baselitz con la pittura a rovescio, anche Karen Thomas è parte di questa famiglia di Nuovi Selvaggi, come si sono definiti gli artisti di questa corrente, che hanno come obiettivo quello di fondere elementi della memoria con proiezioni del futuro, avanguardiste e meno sincere.
Ambasciatrici e narratrici di storie del passato, del presente e di un futuro idealizzato, le creazioni di Thomas rappresentano la contemporaneità che vuole contrastare l’ambiente “antico” che le ospita: la galleria Gregorio VII, fondata da padre Umberto Scribano nel 1970, nacque inizialmente per ospitare mobili e oggetti antichi, ma oggi è un centro d’arte aperto ad ogni forma di espressività.
Ma la luce non è unica con Karen Thomas. Ha infinite espressioni: è mediterranea, è fisica, è notturna, è etica, fissa e intermittente, abbagliante e fioca, è di certo sempre materica, e a vantaggio della vita, della natura e dell’ambiente.
[Redazione]