di Graziano Cavallo
Il rumore del dolore è un suono sordo, impercettibile all’orecchio, un tonfo senza eco, che si consuma in un istante, ma il cui sapore persiste fino a quando terrai gli occhi chiusi.
Puoi sentirlo in quel maledetto istante, in cui le tue ginocchia atterrano violentemente sul pavimento del tuo cuore. No, non è la gravità ad averti spinto giù, non è il peso dei tuoi pensieri, delle tue preoccupazioni.
È l’attrazione che esercita il pavimento del tuo cuore in quell’istante, in quel momento della tua vita. Quando tutto ti sembra impossibile.
Impossibile ascoltare le parole.
Impossibile percepire i sentimenti degli altri.
Impossibile affrontare anche solo te stesso.
Chi lo dice che dovremmo giudicare noi stessi non per le volte che cadiamo ma per come siamo disposti e rapidi a rialzarci?
Ma hai mai provato a sentire il rumore del dolore?
Quegli istanti interminabili con gli occhi chiusi. In ginocchio sul pavimento del tuo cuore, ci siete solo voi e il tuo cuore.
L’essenza di voi stessi. State lì per il tempo che ritenete necessario.
Vivete il vostro dolore. Ascoltate il suo rumore.
Le ginocchia non faranno più male a un certo punto. Non avrete la forza di rialzarvi, ma vi staccherete da quel pavimento. Fluttuando nell’aria vi rialzerete. Ritornerete a essere al centro del vostro cuore, a essere in voi stessi.
Vivetelo quel momento, senza vergogna.
Stare giù, al tappeto, come direbbe qualcuno, non è peccato.
State solo vivendo appieno quel rumore.