Esiste tra le parole dello scrittore sardo Salvatore Niffoi un personaggio insolito di nome Agapitu Vasoleddu conosciuto come Matoforu, cioè il venditore di storie, di metafore. Nella sua vita immaginifica ricostruita in una profonda Sardegna sul massiccio del Gennargentu fa il commerciante ambulante e nei suoi racconti onirici e fantastici convince di tutto chiunque riesca ad ascoltarlo. Tango Macondo è la riproposizione in teatro di questo incantevole immaginario di umanità e bagagli. Con la scrittura e la regia di Giorgio Gallione e le musiche inedite di Paolo Fresu eseguite insieme a Daniele di Bonaventura al bandoneon argentino e Pierpaolo Vacca all’organetto, il suo protagonista è vestito dall’attore Ugo Dighero, mentre la sua amata Anzelina è interpretata da Rosanna Naddeo.

Tutto è un sogno, tutto è mito in questa inedita versione musicale di Matoforu, anche il viaggio sembra irreale; pur partendo da un luogo fisico della Sardegna nella Barbagia a Mamoiada, martoriata da cavallette ed emarginazione, Matoforu approda a Macondo, il paese immaginato nella foresta colombiana dal Nobel Gabriel Garcìa Márquez in Cent’anni di solitudine. È in questo viaggio da limen (dal latino soglia, ndr) a limen che si fortificano nei racconti del suo protagonista l’identità e l’appartenenza. Le sue incredibili metafore (il cielo è bianco come un bimbo alla prima comunione) scelte per impressionare, per convincere, per compromettere, fanno unire i contrasti umani e li miscelano come in una pittura. Il tango, altro protagonista, accompagna le storie che si avvicendano per tutto questo viaggio. Si nutre dei suoi esecutori, come gli ascoltatori, coloro che sentono le storie di Matoforu, coloro che sanno sentire.

In questo scorrere di danza con la Des Ensemble, guidata dal coreografo Giovanni Di Cicco, musica, narrativa e la scenografia di Marcello Chiarenza i confini diventano la soglia tramite cui partire, lo slancio per procedere verso mete immaginarie o reali, purché volute, sognate, amate. Quella di Matoforu è la storia che non vuol dimenticare, è la voce dei popoli lontani, la follia dei geni nati soli, delle anime diasporiche abbandonate alle proprie vicissitudini e alle provvidenze infauste, ingiuste ma che cercano riscatto nel sogno. Almeno lì.

L’inedita colonna sonora dell’opera teatrale, intitolata Tango Macondo, sarà disponibile dal 26 novembre su cd e doppio vinile. Nell’album saranno presenti le voci di Malika Ayane (Alguien le dice al Tango), Tosca (El día qui me quieras) ed Elisa in (Volver).
Dopo Bolzano e Milano, lo spettacolo invece sarà ancora in scena fino al 12 dicembre prima a Monfalcone, Rovereto e infine sarà interpretato a Roma davanti al pubblico del Teatro Quirino.
Con Tango Macondo si parte da un posto qualsiasi nel mondo per vivere la vita che ci è stata assegnata insieme a quella che avremmo vissuto in un posto diverso e con un altro destino, a vivere la vita di altri proprio come si fa coi racconti.
Eventi: Bolzano (teatro stabile 28-31 ottobre), Milano (Teatro Carcano 2 – 7 novembre), Monfalcone (Teatro Comunale 9 – 10 novembre), Rovereto (Teatro Zandonai 4 dicembre) Roma (Teatro Quirino 7 – 12 dicembre)
[Redazione]