Lo sostengono con entusiasmo Ugur Sahin e Özlem Türeci, i medici di origine turca che rappresentano la BioNtech, l’azienda tedesca che ha realizzato in concomitanza con Pfizer il vaccino di profilassi contro il Coronavirus. Quella dei vaccini con mRna è la «nuova frontiera», sostengono.

«Abbiamo 15 vaccini anticancro in fase di test clinico – rivelano in una recente intervista – il più avanzato è quello contro il melanoma». Non solo Covid, ma anche cancro e HIV e a sconfiggerli un vaccino ricreato con tecnica mRna, ossia con una programmazione già precostituita in natura e che indica alle cellule le istruzioni corrette per produrre nuove proteine.
La BioNtech nasce nel 2002 e durante la pandemia è stata il motore principale di avanzamento scientifico rappresentando la speranza della sua fine imminente ma anche, all’opposto, duramente criticata da una parte di popolazione contraria alla vaccinazione.
Ma cerchiamo di capire meglio come avviene questo passo epocale in ambito terapeutico.
Come spiegano gli stessi scienziati: «L’mRna ci permette di riprogrammare il sistema immunitario non solo per stimolarlo, ma anche per calmarlo: e questo sarà prezioso per la cura delle malattie autoimmuni – dove i danni sono fatti da un sistema immunitario iper-reattivo – e nella medicina rigenerativa».
Con il termine vaccino non dobbiamo intendere la sua funzione preventiva però. I nuovi vaccini antitumorali agiscono in termini di terapia e cura producendo una sperata reazione contro la malattia.
Ma anche per calmarla: e questo sarà prezioso per la cura delle malattie autoimmuni – dove i danni sono fatti da un sistema immunitario iper-reattivo – e nella medicina rigenerativa».
Come spiega la professoressa Anna Sapino, direttrice scientifica dell’Istituto Candiolo, centro di riferimento nazionale e internazionale per la cura e la ricerca nell’ambito delle malattie oncologiche: «Si studiano popolazioni di soggetti che hanno già il cancro verso i quali ricercatori cercano di produrre il vaccino specifico che dovrebbe attivare la risposta immunitaria».
«Se riuscissimo a stimolare le cellule del nostro organismo e a combattere il tumore – spiega Anna Sapino – questo corpo estraneo che cresce dentro di noi, potremmo avere delle reazioni meno avverse rispetto ai farmaci tradizionali, perché sarebbero le nostre stesse cellule della difesa immunitaria a combatterlo».
La comunità scientifica sembra tutta unita verso una direzione: i nuovi vaccini mRna sono a capo del cambiamento e possono affrontare anche malattie difficili e di cui ancora non si sono escogitate terapie adeguate fino in fondo. Pensare che i tumori, alcune tipologie, possano essere affrontati con vaccini terapeutici di questo genere significa donare una speranza ai tanti che soffrono di questo male, un’arma contro lo stesso.
Come spiega Ugur Sahin: «La bellezza dell’mRna per la vaccinazione contro le malattie infettive è che può essere adattato rapidamente e non ha bisogno di vasti impianti di produzione per la fabbricazione. Inoltre, il processo di produzione dell’mRna è molto più rapido degli approcci vaccinali più tradizionali.
Questa velocità è cruciale perché ci permetterà una cosa finora inedita: produrre vaccini anticancro personalizzati sul singolo paziente, a partire da un campione del suo tumore. Quando saranno sul mercato, il paziente dovrebbe aspettare solo un mese dalla consegna del campione».
Non solo terapia, ma in cinque anni, i medici garantiscono anche prevenzione per le recidive e la ricorrenza di nuove forme tumorali. Una vera rivoluzione che speriamo possa dimostrare presto la sua efficacia su una popolazione mondiale che invecchiandosi matura frequentemente anche importanti patologie come queste.
Gli studiosi sono fiduciosi non solo in riferimento al cancro. «Nel 2022 contiamo di iniziare i test clinici per i vaccini contro la malaria e la tubercolosi. E andremo avanti con il nostro programma di un vaccino contro l’Hiv».
[Redazione]