di Elisa Mauro
Fuoco, il primo singolo d’esordio del salentino Nicola Pignatelli, ci aveva lasciato con il desiderio di ascoltarne ancora, di musica così: piena e compiuta. Ed eccola tornare, ma coi suoni innovati, tenacemente ondeggianti e variegati, de La montagna, la seconda uscita di un album che vedrà la luce molto presto, – ci assicura la Nos Records, l’etichetta già nota per aver prodotto importanti artisti della scena musicale rock e new wave pugliese.
La montagna, in uscita oggi su Spotify e su tutti i digital stores, è la visione sonora della nostra evoluzione, l’insieme delle prove che ci mette in conto la vita per raggiungere una vetta agognata in una natura che è madre delle nostre contraddizioni e delle relative risoluzioni.
«Nella natura, misteriosa e seducente, alberga la chiave per superare l’eterna lotta tra paura e desiderio, realtà e illusione, passato e presente» – spiegano dall’etichetta.
E il passaggio da un estremo all’altro è teso come il riff della sua strofa-tipo, così difficile e umano da doversi compiere obbligatoriamente, per sentirci appagati in un mondo che gioca a fare dell’apparenza il suo più onorato vessillo.

«La montagna è un inno alla vita, allo stupore nel tentativo di comprenderla e alla volontà di esserci: un grido primordiale – continuano – che esce dalla caverna per affacciarsi al mondo. Il singolo si apre con un incedere di basso quasi blues su un riff di tastiere wave, mentre la voce esprime la meraviglia per il vivo pulsare del mondo, schiudendosi in un ritornello arioso in cui, come in un incantesimo, si sale sempre più su, verso la luce».
In questo nuovo singolo Pignatelli racchiude il momento ideale, una storia finalmente priva di protagonismi, astratta e universale.
«Sul tappeto ritmico che batte sui quarti, gli accordi sognanti della chitarra nel ritornello preludono alla seconda strofa. Qui le corde si fanno ritmiche ed eccitate e il testo offre un’istantanea dell’immaginario dell’artista: “un misterioso bisogno di eternità/puoi fissarlo negli occhi/un animale da preda nasconderà”, che sfocia in un finale risolutivo verso i propri errori».
Un messaggio, quello custodito da Pignatelli nella nuova release, che richiama alla mente l’allegoria della caverna di Platone, la trasmissione del sé che ogni persona compie a partire dalla sua opinione – un’ombra tra altre ombre – verso la sola e unica conoscenza illuminata, autentica e sempre in salita (ed è splendido salire ancora, La Montagna, Nicola Pignatelli).
Il videomaker leccese Davide Faggiano ha curato il videoclip ufficiale del brano, mentre «la musica di Nicola Pignatelli è intrisa di densi aromi wave ed electro, che combinati in maniera inedita danno vita a intense cavalcate sonore dai toni cangianti».
L’uscita ufficiale di La montagna, su Spotify e su tutti i digital stores, si avvale della prestigiosa distribuzione digitale affidata a Believe Music».
Il musicista salentino
Nicola Pignatelli muove i primi passi in ambito musicale nella seconda metà degli anni ottanta come cantante e chitarrista in alcune band post-punk e new wave della provincia di Lecce (Der Blaue Reiter) e Bologna (Burning man).
Negli anni ’90 si avvicina alla musica elettronica sperimentando nel proprio home studio sonorità electro, sampler music, triphop e glitch attraverso strumenti digitali e cantando in inglese. Occasionalmente offre la propria musica per happening teatrali e di poesia.
La ricerca dell’artista si spinge in questa fase verso lo studio di paesaggi sonori e spoken-word lontani dalla classica forma canzone. Dal 2018 intraprende un nuovo percorso creativo volto al raggiungimento di una forma propria di canzone in italiano.
Ormai approdato a un’idea personale di scrittura e avendo affinato un proprio stile, maturato grazie ai diversi esperimenti musicali, dal 2019 lavora alla creazione di un proprio album prodotto da Marco Ancona (Bludinvidia, Fonokit, Marco Ancona & Amerigo Verardi).
L’album in lavorazione è permeato da influenze disparate: dall’electro contaminato da suggestioni newwave e postrock (beat sintetici con incursioni di chitarre postpunk e alt-rock) al kraut in salsa elettropop. Grande attenzione è dedicata alla costruzione dei testi (quasi mai narrativi) che catturano istantanee del quotidiano, impressioni personali, cut-ups.