Istituito nel 1947 ad opera della scrittrice romana Maria Bellonci, meglio nota a quei tempi per aver pubblicato un’originale psicobiografia dedicata a Lucrezia Borgia, che le garantì la fama internazionale con la traduzione dell’opera in lingua inglese (Phoenix), e di un attore e imprenditore di Benevento, molto amico dei coniugi Bellonci, Guido Alberti, e proprietario della industria di liquore Strega, il Premio, oggi giunto alla settantaseiesima edizione, è tra i più importanti riconoscimenti letterari e ha vantato nel corso delle sue ormai decennali presentazioni la proclamazione di vincitori davvero illustri: da Ennio Flaiano (Tempo di uccidere, Longanesi, edizione 1947), Cesare Pavese (La belle estate, Einaudi, edizione 1950), Elsa Morante (L’isola di Arturo, Einaudi, 1957), Giuseppe Tomasi di Lampedusa con Il Gattopardo (Feltrinelli, 1959), Primo Levi (La chiave a stella, Einaudi, 1979) Umberto Eco con Il nome della rosa (Bompiani, 1981) e tanti altri, tra cui la stessa Bellonci con Rinascimento privato, edito da Mondadori nell’edizione del 1986, anno della sua scomparsa.

Ultimamente al centro di querelle sulla questione di parità di genere che si è scagliata contro ogni settore sociale, politico e culturale, il Premio Strega quest’anno vedrà uscire dal Direttorio Helena Janeczek, vincitrice dell’edizione 2018, ed entrare la scrittrice Dacia Maraini (già vincitrice del Premio nel 1999) insieme ad Antonio Scurati vincitore della edizione 2019 con il romanzo storico M. Il figlio del Secolo (Bompiani), insieme ai confermati Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Melania G. Mazzucco (Presidente del Direttorio), Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine.

Per la simbiosi che ogni anno gli organizzatori scelgono di creare tra letteratura e illustrazione anche in questa edizione l’immagine inedita sarà realizzata da un’artista sorprendente, già nota al grande pubblico mondiale delle mostre. Parliamo di Olimpia Zagnoli, artista milanese, che tra design, moda e comunicazione ha saputo imporsi sulle scene come una delle più valide scoperte artistiche degli ultimi tempi.

La prima illustrazione fu realizzata per l’edizione del 1947 da Mino Maccari sulla storica urna del Premio.
NEL SALOTTO DI CASA BELLONCI
Nato in un salotto della Roma intellettuale del tempo, il Premio Strega diventa presto, grazie alle influenze generate dalle rispettive famiglie di origine, Bellonci e Alberti, un vero e proprio riferimento culturale per molti già collaudati scrittori che iniziano ad ambire al riconoscimento italiano. I tempi sono quelli del dopoguerra. Durissimi, quindi. L’Italia è sconfitta dalla violenza, dall’odio e dal recente conflitto, la povertà e penuria dei beni primari è al limite, e guardare al Premio Strega significa immergersi in una dimensione ripulita dalle macerie, in cui a vincere sono solo le prose, i romanzi, la buona letteratura.

Scrisse la stessa Bellonci: «Cominciarono, nell’inverno e nella primavera 1944, a radunarsi amici, giornalisti, scrittori, artisti, letterati, gente di ogni partito unita nella partecipazione di un tema doloroso nel presente e incerto nel futuro. Poi, dopo il 4 giugno, finito l’incubo, gli amici continuarono a venire: è proprio un tentativo di ritrovarsi uniti per far fronte alla disperazione e alla dispersione».

GLI AMICI DELLA DOMENICA
Le modalità che conducono a un vincitore sono sostanzialmente le medesime dalla sua istituzione. Il meccanismo riguarda l’elezione dell’opera vincitrice da parte di un gruppo di esperti composto da quattrocento fra donne e uomini di cultura, inclusi ex partecipanti e vincitori. Questa giuria è chiamata Amici della domenica.
In origine ne facevano parte coloro i quali partecipavano ai salotti intellettuali allestiti di domenica dalla famiglia Bellonci, a cui partecipava solerte anche Alberti, insieme ai più grandi protagonisti della letteratura italiana del secondo Novecento. Non solo letteratura però. Gli incontri privilegiavano il diffondersi di opinioni e analisi sul teatro, sul mondo dell’arte largamente inteso, ma anche su istituzioni, politica ed economia influenzando non poco determinati assetti.
Furono quegli amici a trainare la passione per la letteratura di cui una società allo sbando sentiva il forte bisogno per rinascere e mostrarsi al meglio con la nuova veste democratica.
Oggi il Premio Strega è diretto dalla Fondazione Bellonci, dedicata a Maria e suo marito, il critico letterario Goffredo, e dall’Azienda Strega, fondata da Giuseppe Alberti nel 1860.
Per i sessant’anni della Repubblica Italiana anche la Costituzione italiana ha ricevuto il suo riconoscimento letterario come «fonte profonda di ispirazione per l’intera vita della società e come «sorgente viva e preziosa per rendere l’intero tessuto sociale e istituzionale conforme ai principi fondamentali che essa enunzia» e in questa nuova edizione molti sono ancora le autrici e gli autori che aspettano di ricevere il suo illustre riconoscimento.
[Redazione]