Crema prime rughe

di Cristina Melle

Ho 40 anni, pelle ruvida e stanca, occhi cerchiati da notti che si confondono con i giorni, notti senza un confine, solo piccole tregue; capelli secchi e pettinati in decimi di secondo, profumati e lucidi solo una volta a settimana, ché quello è il loro tempo.

E poi c’ho le rughe. 

Qualche giorno fa ho acquistato una crema che le definisce prime

Ripenso al dialogo con la commessa che mi ha servito: «No, signora, non ha bisogno di crema pelli giovani, ma quella prime rughe».

Non la comprendo perché, per quel poco che ne so, una crema vale l’altra.

La ragazza, molto giovane tra l’altro, percepisce la mia confusione e con un dito mi indica quelle intorno agli occhi e intorno alla bocca. 

Le replico che pensavo fossero linee d’espressione, corredo genetico del mio volto.

Lei sorridendomi mi dice «Un’espressione un po’ vintage!».

Se l’avessi sentita su un’altra persona, quella battuta ironica, avrebbe fatto ridere anche me. 

Invece mi lascia perplessa, perché mi accorgo che quindi è il tempo che scorre inesorabile e lascia traccia su tutto e su chiunque, anche sul mio volto rendendolo «un po’ vintage». 

Ma quante ne sa questa ragazza?, penso tra me. Allora poso gli occhi sul cartellino spillato sulla sua divisa di lavoro per conoscerla meglio, e scopro che si chiama Alessia P. e che fa la consulente di bellezza.

La ringrazio, pago la mia crema prima rughe e mentre la conservo nella borsa, Alessia P. mi consiglia di utilizzarla ogni mattina come crema da giorno, le rispondo che farò il possibile per ricordarmelo, data la mia innata pigrizia, ma lei mi congeda dicendomi «Si coccoli un po’, signora, se lo merita».

Così da quel giorno, ogni mattina, apro il barattolo per prelevare una piccola quantità di crema e la spalmo sul mio viso, con movimenti circolari e morbidi.

Solo ora mi accorgo che mi sto accarezzando il viso. 

Una mia carezza.

Non ci avevo mai pensato a farmi una carezza, e sentire la consistenza della mia pelle, la storia che racconta della mia vita passata e quotidiana.

Sono di fronte a me stessa, lì nello specchio. E sì, comincio a essere vintage. Abbozzo un sorriso, va bene così, è solo il tempo che passa e io non posso fermarlo, non voglio.

Voglio cambiare.

Mi piace tanto pensare che a 40 anni non posso più comprare una crema pelli giovani, sarebbe come tornare indietro nel tempo, come riavvolgere il nastro della mia vita, rivedermi e rivivermi.

Ho 40 anni e sono le 6,30 del mattino, ho finito di coccolarmi, mi infilo il giubbotto, ed esco a fare una fredda passeggiata invernale.

Mentre sono per strada continuo a sfiorare le mie prime rughe. Cerco di conoscerle, e di amarle. 

Siete belle, sussurro. E siete solo le prime.

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